Il mondo del lavoro è in costante cambiamento e soprattutto negli ultimi anni è sempre più attento alla salubrità degli ambienti lavorativi. Un’azienda è fatta di persone e, in modo particolare, di personalità diverse che, in qualche modo devono necessariamente mettersi in relazione. Le diverse personalità e le relazioni che si instaurano tra di esse, dunque, sono gli elementi che determinano la bontà o la tossicità di un ambiente lavorativo.
Diversi studi hanno dimostrato l’influenza positiva che ha sulla produttività un ambiente di lavoro in cui si è sviluppata sinergia e collaborazione tra le risorse, inclusivo, soddisfacente e premiante, non solo sul piano professionale, ma soprattutto sul piano relazionale.
Ecco come, in fase di selezione, al di là delle competenze tecnico-professionali, diventano importanti per la valutazione del candidato le competenze trasversali. Le soft skills sono fondamentali non solo per il datore di lavoro, ma anche per il candidato che ha l’opportunità di costruire una buona carriera e crescere efficacemente come professionista.
Hard skills e soft skills quale differenza
Nel 2016, il Wall Street Journal ha condotto uno studio che ha coinvolto oltre 900 dirigenti sul tema delle competenze trasversali. Il 92% ha affermato che le soft skills come comunicazione, iniziativa, gestione dei conflitti e altre sono importanti tanto quanto le hard skills. Allo stesso tempo, l’89% degli stessi dirigenti ha affermato di avere difficoltà a trovare candidati che possiedano queste capacità.
Ma cosa sono le soft skills e in cosa differiscono dalle hard skills? Sono innate o possono essere sviluppate?
Se il mondo del lavoro ne riconosce il loro valore definendole competenze, le soft skills, in realtà, sono molto più allineate alle caratteristiche della personalità di un individuo.
Possiamo, quindi, affermare che le soft skills presentano sia una componente innata sia una componente determinata dal background culturale della persona, dalle esperienze vissute e dalla modalità di risposta dell’individuo a queste esperienze.
Partendo da una buona base e, cioè, dalla presenza innata di determinate caratteristiche di personalità come, ad esempio, l’apertura alle nuove esperienze, la coscienziosità e l’estroversione, le soft skills possono essere sviluppate e allenate.
La sostanziale differenza tra hard e soft skills risiede nella loro capacità di essere misurate.
Essendo le hard skills riconducibili alle conoscenze e alle competenze tecnico professionali di un individuo possono essere facilmente analizzate e misurate.
Ad esempio, i datori di lavoro possono chiedere una dimostrazione di una particolare abilità o vedere certificazioni formali che dimostrano che una competenza è stata ottenuta. In alternativa, possono esaminare la storia lavorativa e l’esperienza di un candidato.
Le hard skills non sono innate, vengono acquisite e sviluppate all’università, attraverso la frequenza di corsi online, con la formazione on the job o durante stage o tirocini.
Alcuni esempi di hard skills:
- Un full stack developer deve possedere l’abilità tecnica di sviluppare piattaforme web attraverso diversi linguaggi di programmazione.
- Un’abilità tecnica di un project manager è la capacità di utilizzare software gestionali che gli consentono di organizzare task, seguire l’evoluzione dei progetti e gestire al meglio le risorse a disposizione.
- Un medico deve essere in grado di effettuare una diagnosi accurata del caso patologico che ha di fronte per cui è fondamentale che lui possegga tutte le conoscenze necessarie per poter escludere delle casistiche e approfondirne altre.
Le soft skills, al contrario, essendo guidate dalla personalità, correlate alle attitudini e facilmente influenzate dal contesto psicologico relazionale, risultano più difficili da misurare proprio per la loro caratteristica intangibilità.
Le competenze trasversali non vengono insegnate formalmente all’interno di una classe o di un corso. Richiedono un certo grado di intelligenza emotiva, ma possono essere sviluppate o migliorate attraverso l’osservazione degli altri, l’autoriflessione e lo sviluppo personale proattivo.
Alcuni esempi di soft skills:
- Un buon manager deve avere capacità di negoziazione e di gestione dei conflitti. Deve essere capace di aprirsi all’altro, deve avere un buon grado di estroversione e deve essere bravo a comunicare in maniera assertiva.
- Un leader, lo dice la parola stessa, si occupa di guidare un team di lavoro verso il raggiungimento degli obiettivi. Deve essere capace di motivare il gruppo, avere un buon grado di intelligenza emotiva e deve avere un profilo decisionale molto forte.
- Una risorsa operativa e che lavora in un team strutturato deve saper riconoscere e rispettare gli altri ruoli all’interno del team, deve essere comunicativa, in grado di ascoltare attivamente e capace di gestire il tempo.
Soft skills fondamentali per avere successo nel lavoro
Secondo una ricerca dello Standford Research Institute International, il 75% del successo di un lavoro a lungo termine è determinato dalla padronanza delle soft skills e solo il 25% da quelle hard. A partire da questo dato si può comprendere l’importanza delle competenze trasversali individuali in una fase di selezione finale ed è quindi essenziale dimostrare di esserne in possesso.
Il World Economic Forum ha illustrato nel report “Jobs of Tomorrow. Mapping Opportunity in the New Economy” le soft skill fondamentali oggi per cogliere le opportunità di domani. Tra queste il team di Cesfol ne ha selezionate 7 indispensabili per eccellere in qualsiasi ruolo professionale e fare carriera.
Intelligenza emotiva
È la capacità di comprendere le emozioni e quindi le dinamiche psicologiche e relazionali all’interno del contesto lavorativo. Essere in grado di percepire e identificare le emozioni ci rende più consapevoli e capaci di comprendere lo scenario emotivo che ha guidato una certa azione.
Rientra nell’intelligenza emotiva saper ascoltare attivamente e saper comunicare in maniera assertiva. Saper riconoscere le emozioni, infatti, rende comunicatori più efficaci e ascoltatori più empatici.
Team working
La capacità di lavorare in gruppo è fondamentale non solo per avere successo nel lavoro, ma per riuscire a raggiungere obiettivi che altrimenti da soli non saremmo in grado di raggiungere. Collaborazione, rispetto della diversità di opinioni, riconoscimento del valore che ognuno apporta al gruppo, negoziazione e risoluzione dei conflitti, in un team working che funziona è necessario che ci siano tutte queste variabili.
Self motivation
La motivazione è tutto ciò che dà scopo a un comportamento. Essere abbastanza motivati ci rende in grado di raggiungere traguardi apparentemente impossibili da raggiungere. Inoltre, la motivazione è contagiosa, se siamo motivati a svolgere una determinata azione coinvolgeremo altre persone a credere nel nostro progetto.
E chiaro, dunque, quanto l’essere motivati al lavoro, a ricoprire quel determinato ruolo in azienda, favorisce un clima positivo e proattivo anche tra colleghi.
Negoziazione e risoluzione dei conflitti
Un momento di crisi è sempre una buona occasione per cambiare qualcosa e migliorarla. I momenti critici più presenti negli ambienti di lavoro sono i conflitti interpersonali. Saperli gestire è il vero super potere. Riconoscere le emozioni che portano con sé, comprendere le motivazioni di tutte le parti in gioco ed essere in grado di mediare è una delle soft skills più importanti.
Chiaramente nella mediazione entra in gioco la negoziazione e, cioè, la miracolosa capacità di trovare compromessi e opportunità di incontro che possano portare vantaggi a tutti gli attori del conflitto riuscendo ad arginarlo. Spesso è proprio dalla risoluzione di un conflitto che il team riesce ad avanzare nella sua evoluzione positiva. Al contrario, rimanendo nel non detto, tutto si impantana in una situazione di stallo.
Comunicazione assertiva
Saper essere assertivi richiede la capacità di adottare uno stile comunicativo scarico di pregiudizi e di picchi emotivi, sia positivi sia negativi. Comunicare assertivamente prevede che gli attori dell’interazione si pongano allo stesso livello e non ad un livello di subordinazione o di superiorità. Il dislivello comunicativo, infatti, determina dinamiche di aggressività e di sottomissione che generano un clima tossico e frustrazione. L’assertività non è una critica ma una espressione chiara e neutra di opinioni e idee.
Esempio di comunicazione assertiva che disarma l’aggressività:
<<Capisco che sei molto arrabbiato, ma dopo che ti sarai calmato, parlerò di tutto quello che vuoi>>.
Se la persona non accetta, si interrompe la comunicazione e può essere necessario lasciare sola la persona, rendendosi disponibile a riprendere la discussione non appena ci siano le condizioni per farlo.
Problem solving
Letteralmente è la capacità di risolvere problemi, il che richiede un approccio proattivo, propositivo, orientato alla soluzione e non al problema. Riuscire a trovare sempre una soluzione richiede un certo grado di flessibilità mentale, un pensiero laterale e una buona dose di creatività.
Decision making
Prendere decisioni potrebbe sembrare un processo naturale. Prendere le decisioni giuste, soprattutto quando non riguardano solo noi e quando si è particolarmente sotto pressione, non è affatto facile e naturale.
Occorre avere una certa predisposizione decisionale che richiede l’accettazione di assumersi dei rischi e delle responsabilità. Inoltre, per riuscire a prendere decisioni è importante avere un temperamento mite e una personalità calma e riflessiva. La frettolosità e la superficialità non aiutano a prendere decisioni vincenti.
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