Scienze cognitive e processi decisionali, un connubio che è anche un percorso accademico. Questo piano di studi ha lo scopo di formare esperti in gestione del team di lavoro, analisi dei processi cognitivi e organizzativi aziendali, formazione, gestione della qualità e della sicurezza, analisi del rischio clinico etc.
La comprensione profonda dei processi cognitivi consente, infatti, di analizzare e gestire i processi decisionali, siano essi individuali o collettivi. Quali sono i meccanismi neurocognitivi che si innescano nella presa di decisione?
In questo articolo parleremo proprio dell’importanza delle scienze cognitive e del pensiero nelle scelte in contesti complessi, come quali aziendali e sanitari. Una conoscenza che si rivela fondamentale per guidare un’azienda, un processo produttivo o una fase di cambiamento.
Cosa sono le scienze cognitive
Le scienze cognitive studiano la mente e l’intelligenza in maniera multidisciplinare, mettendo insieme metodi e approcci differenti. In essa confluiscono filosofia, psicologia, intelligenza artificiale, neuroscienze ma anche antropologia e linguistica. Possiamo definirla un grande studio dell’Uomo e di quell’elemento che lo rende unico, la sua intelligenza.
La comprensione del pensiero e della conoscenza umana è un interesse emerso negli anni ’50, allo scopo di teorizzare principi fondamentali come le rappresentazioni mentali e i meccanismi computazionali.
Si parte così dai teoremi logici e dalla grammatica generativa di Chomsky, per arrivare ai linguaggi di programmazione per grammatiche linguistiche e ai modelli che elaborano le informazioni.
Oggi, le scienze cognitive includono anche l’informatica e le nuove tecnologie e si interrogano:
- sull’interazione cervello-macchina;
- sul supporto che possono fornire alle decisioni umane;
- sulla capacità di analizzare i dati sanitari.
Il processo decisionale
Di fronte al problema, il processo decisionale si concretizza nella scelta tra le possibili soluzioni, attraverso l’intuizione o il ragionamento. O entrambi.
A muovere l’intuizione sono gli aspetti personali del decisore che si basano su valori ed esperienze. Di contro, il ragionamento, si concentra su fatti e dati certi ed oggettivi.
Il processo che porta alla decisione è detto, decision making, ed è fondamentale in ambito manageriale e nelle scelte di business.
Sono 5 le fasi del processo:
- Identificare l’obiettivo;
- Raccogliere informazioni;
- Trovare soluzioni;
- Valutare le conseguenze;
- Compiere la scelta.
I processi decisionali sono influenzati anche dalla situazione di partenza:
- stato di certezza,
- stato di rischio,
- stato di incertezza,
Nel primo caso il decisore conosce solo lo stato di fatto, nella seconda situazione è a conoscenza delle probabili conseguenze delle sue scelte. Nello stato di incertezza infine, che può verificarsi anche nei processi decisionali aziendali, non si hanno dati certi sul problema da affrontare.
Decision making aziendale, tipologie
Nelle organizzazioni i processi decisionali possono riguardare diversi tipi di scelta:
- strategica;
- tattica;
- operativa.
La prima tipologia è la più complessa, coinvolge numerosi fattori ed ha ripercussioni importanti sull’organizzazione. Si tratta di scelte meno frequenti e che richiedono un’analisi estremamente approfondita dei fattori in gioco.
Le scelte tattiche sono meno impattanti solo perché si ripercuotono sul medio periodo. Queste vengono prese dai responsabili e sono frutto delle scelte strategiche.
Infine, la terza tipologia è la più frequente e riguarda le scelte che i lavoratori compiono ogni giorno, nell’ambito della propria attività.
Scienze cognitive e processi decisionali aziendali
Le conseguenze delle scelte collettive di un team di lavoro, di un’organizzazione etc., coinvolgono molteplici aspetti e sono determinanti delle sorti di un’attività.
Lo studio delle scienze cognitive sui processi decisionali permette di analizzare e progettare interventi atti a migliorare la qualità e l’appropriatezza delle decisioni, riducendo il rischio di errore.
Si tratta di una risorsa importantissima per supportare scelte in contesti complessi, in cui le ricadute delle decisioni prese, possono essere anche devastanti.
L’integrazione fra neuroscienze e scienze cognitive applicate, oggi consente di progettare percorsi basati sull’uso di strumenti tecnologici evoluti. Attraverso questi sistemi è possibile migliorare l’organizzazione del lavoro: la tecnologia diventa così un sostegno ai processi decisionali, soprattutto in ambito sanitario.
Rischio sanitario e processo decisionale
Lo studio delle scienze cognitive sui processi decisionali e degli errori in ambito medico, ha permesso l’implementazione di modelli che descrivono i processi di scelta. Di conseguenza, è stato possibile sviluppare tools informatici che supportano le decisioni.
La loro caratteristica è quella di riuscire a fornire una giusta combinazione tra ragionamento critico e valutazione clinica. Come sappiamo, il rischio clinico è il più elevato tra le organizzazioni ed è, quindi, necessario fornire tutti gli strumenti possibili al decisore per ridurlo al minimo.
L’importanza di conoscere i processi cognitivi
Concludendo, possiamo affermare che le scienze cognitive riescono a fornire una conoscenza approfondita dei processi decisionali, aiutando a gestire meglio il personale e a selezionarlo.
Non solo, possono migliorare anche la comunicazione che diventa più efficace all’interno dell’azienda ma anche con i clienti.
Infine, attraverso lo studio delle fasi della scelta, sarà più semplice intervenire sui processi, legati per esempio alla sicurezza, migliorandoli e suggerendo soluzioni appropriate.
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