Siamo in piena transizione digitale, la rivoluzione sta investendo il mondo del lavoro e della scuola anche grazie alle agevolazioni statali.
Il credito d’imposta 4.0 è una di queste ed è compresa nel Piano Nazionale Impresa 4.0 del MISE. Si tratta di una misura nata per “sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale”.
Ma come possono le aziende accedere a questa opportunità? Scopriamo meglio come funziona il credito d’imposta 4.0 e quali sono i requisiti per farne richiesta.
Cos’è il credito d’imposta
Per comprendere meglio come funziona la misura è bene spiegare il significato di credito d’imposta e come funziona.
Intanto, con l’espressione credito d’imposta o credito fiscale si fa riferimento ad una agevolazione che consente alle imprese di ridurre i tributi da versare allo Stato sui propri utili netti, attraverso la fruizione di un credito che sia dello stesso importo.
La sua funzione è sempre compensativa, allo scopo di saldare le eventuali imposte a debito maturate durante l’annualità. Per poter beneficiare del credito d’imposta l’azienda deve farne richiesta e, in ogni caso, esso non concorrerà al reddito ai fini IRES o IRPEF, né alla base imponibile IRAP.
Introdotta in Italia nel 1998, questa misura fiscale ha avuto sin da subito l’obiettivo di incentivare gli investimenti delle imprese in diversi settori.
Come funziona il credito d’imposta 4.0
Vediamo nello specifico come funziona il credito di imposta iniziando da come viene calcolato. L’agevolazione viene conteggiata sulle spese sostenute con i seguenti tetti massimi:
- 300.000 euro per le piccole imprese in un credito del 50%,
- 250.000 euro per le medie imprese in un credito del 40%;
- 250.000 euro per le grandi imprese in un credito del 30%.
Diversa è la situazione per la formazione 4.0 che riguarda lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati per cui le imprese possono accedere ad un credito pari al 60%.
Ma quali sono le spese ammissibili al bonus 4.0? Si potranno compensare due tipi di costi:
- spese relative ai docenti formatori;
- spese relative al progetto di formazione (trasferte, materiali e forniture);
- costi di consulenza;
- spese amministrative e di locazione;
- spese relative al personale dipendente occupato nell’attività di formazione.
Risultano, invece, escluse le spese di alloggio che sono coperte solo per i dipendenti cosiddetti svantaggiati. A incremento diretto del credito d’imposta, entro il limite di euro 5.000, è ammessa anche la spesa sostenuta per adempiere l’obbligo di certificazione contabile. Questo vale per le aziende che non sono per legge obbligate alla revisione legale dei conti.
Cos’è il credito d’imposta formazione 4.0
Come abbiamo già accennato, il credito d’imposta formazione 4.0 è un beneficio fiscale che si può ottenere per coprire le spese sostenute da un’azienda per attività formative rivolte ai propri dipendenti in ambito tecnologico e digitale.
Le attività previste dal progetto interessano varie aree: dall’analisi e lo studio dei big data al cloud e fog computing. Dalla cyber security alla prototipazione rapida.
Sono coperti dal bonus formazione 4.0 anche visori virtuali e sistemi di realtà virtuale e aumentata, robotica avanzata e collaborativa, IOT e in generale l’integrazione digitale dei processi aziendali.
Chi può accedere al credito d’imposta 4.0
Possono accedere al bonus formazione 4.0 tutte le imprese, senza limiti di forma giuridica, settore produttivo o regime contabile.
Se sei fra le aziende che non hanno utilizzato gli incentivi previsti per gli investimenti in beni strumentali 4.0, il bonus formazione può essere una ottima opportunità.
Gli unici requisiti richiesti per le imprese sono:
- essere in regola con le normative vigenti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
- essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
Per questo motivo sono escluse dalla agevolazione le aziende in liquidazione volontaria o coatta, in fallimento o destinatarie di sanzioni interdittive.
Credito d’imposta 2022 quali documenti
Per accedere al credito d’imposta 2022, ancora valido anche per l’anno in corso, si dovranno produrre una serie di documenti. Non già per farne domanda ma per dimostrare il corretto svolgimento delle attività e vedere, quindi, ammesso il credito.
Andrà perciò prodotta una certificazione delle spese formative sostenute rilasciata dal revisore dei conti ed allegato al bilancio.
Le imprese beneficiarie del credito d’imposta dovranno anche:
- realizzare una relazione che contenga le modalità organizzative e i contenuti delle attività;
- produrre documentazione contabile e amministrativa per dimostrare la corretta applicazione del beneficio;
- conservare i registri nominativi di svolgimento delle attività formative. Questi dovranno essere anche sottoscritti dai docenti e dagli allievi.
Le imprese che vogliono accedere all’agevolazione, inoltre, sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. Questa verrà utilizzata per conoscere e studiare l’andamento della misura.
È previsto, infatti, un modello di comunicazione che andrà firmato digitalmente dal legale rappresentante e trasmesso via PEC al MISE.
È fondamentale che la documentazione venga conservata nel tempo, pena l’esclusione dal beneficio.